Jackson C. Frank – [The Story Behind] Marlene

I primi amori hanno contribuito a ispirare moltissime canzoni nella storia della musica, lasciando cicatrici indelebili che solo il tempo può guarire. Per Jackson C. Frank, tuttavia, le cose andarono in modo molto diverso. La tragedia ebbe luogo il 31 marzo 1954, quando un incendio devastò una delle aule elementari della scuola a Cheektowaga, uccidendo 15 bambini e ferendone in modo grave oltre 20. Ironia del destino volle che tra le vittime ci fosse anche la fidanzatina di Jackson C. Frank, la giovanissima Marlene Dupont. A distanza di quasi 22 anni Jackson la ricorda nel modo più tenero possibile, mentre danzano come due “fiocchi di neve nel vento”, noncuranti di quello che sta succedendo sotto di loro. Poi, nei versi, la tragedia che si sta consumando: la lezione di musica interrotta dall’esplosione, il suono del tamburello di Marlene, la corsa verso la palestra, il fuoco che “brucia la vita”. Quel che alla fine rimane al cantautore sono il fantasma di lei e tutte le ferite sul corpo (nel brano si auto-definisce “un cantante storpio”). La cosa triste per Jackson è che gli amici al bar “vedono solo le cicatrici”, a nessuno importa nulla “del suo amore per lei”.

The ghost of her floats over there
And the smile, the smile, it seemed so lonely
She gave me her hand as they struck up the band
And she seemed to say, she seemed to say ‘you’re the only’

 

Per alleviare le sofferenze fisiche e psicologiche del figlio, anni dopo la madre accompagnerà Jackson a visitare la città dove viveva il suo idolo. Nella sorpresa generale, Elvis non solo esce per salutare il ragazzo ma lo fa persino entrare nella sua villa, presentandogli calorosamente la propria famiglia. Chissà se senza questo incontro avremmo mai sentito parlare di questo formidabile cantautore, segnato da una vita sfortunatissima che non conoscerà altro che disgrazie lungo il suo cammino.

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