Matching Mole – [The Story Behind] O Caroline

Tra il logos di “The End Of An Ear” e il pathos di “Rock Bottom”, nel 1972 Robert Wyatt incide il primo album con i suoi Matching Mole, ironica derivazione francese di Soft Machine (“machine molle”), riportata poi per omofonia all’origine inglese con una nuova accezione (“talpe che lottano”). Le talpe iniziano tuttavia ad operarsi già nel 1970, quando dopo tre album all’attivo coi Soft Machine la CBS convince Wyatt a formare un nuovo gruppo per promuovere il suo esordio solista. Il batterista chiama quindi a sé alcuni vecchi amici e assembla una band con i tastieristi Dave Sinclair (Caravan) e Phil Miller (Delivery) e il bassista Bill MacCormick (Quiet Sun). Il quartetto prova per circa tre mesi prima di entrare in sala di registrazione, assumendo anche il pianista Dave McRae (Nucleus) come ospite, il quale meno di un mese dopo l’uscita dell’album diviene un membro ufficiale del gruppo, a causa della prematura partenza di Sinclair.

Dopo alcune sedute di registrazione che si rivelarono colme di problemi e imprevisti (freddo, furti, apparecchiature guaste), l’album di debutto dei Matching Mole vede la luce nell’aprile del 1972. Il disco è un prodotto piuttosto irregolare, sostanzialmente diviso in tre sezioni: la prima sembra porre Wyatt e la sua voce in primo piano, la seconda è una fusione selvaggia di jazz-rock e prog-rock, mentre la terza parte è autentica sperimentazione d’avanguardia. Come opener troviamo la canzone più memorabile del disco, paradossalmente anche la canzone più convenzionale, persino banale a un primo ascolto. Stiamo ovviamente parlando della struggente “O Caroline”, intima ballata tastieristica indirizzata alla giornalista e attivista Caroline Coon, con la quale Wyatt aveva vissuto un’importante relazione iniziata appena pochi mesi prima. Una storia travagliata, senza nessuna esclusiva né promesse di fedeltà, eppure molto dolorosa per Robert Wyatt che si stava appena riprendendo dall’essere stato sbattuto fuori dai Soft Machine. La relazione con Caroline si interrompe appena prima del secondo tentativo di suicidio del batterista, dopo quello in fase adolescenziale: nel 1971 Wyatt si taglia infatti le vene dentro la vasca e viene trovato da alcuni amici, compresa la stessa Caroline. Inutile sottolineare come questo episodio sancisca la fine della loro già delicata storia d’amore. 

Con l’imbarazzo di uno che guarda a distanza di anni le vecchie fotografie, Wyatt sostiene che la canzone potrebbe essere stata il suo modo di affrontare metaforicamente la separazione forzata dai Soft Machine. Un’affermazione che fa un po’ sorridere, ma possiamo capire benissimo le sue assurde motivazioni a leggere il testo. Il musicista si mette infatti completamente a nudo, scrivendo una lettera disperata e totalmente schietta, con sorprendente semplicità espressiva:

David è al piano
e io potrei suonare le percussioni
si potrebbe fare un po’ di musica
e cercare di divertirci
ma non mi aiuta pensare
che se fossi qui con me
metterei a fuoco i miei pensieri
e suonerei con più entusiasmo
ti amo ancora, Caroline
ti voglio ancora, Caroline
ho sempre bisogno di te, Caroline.

Non chiamarlo stupido sentimentalismo
o mi farai impazzire
lo sai che non canterei mai
di un’infatuazione passeggera
e se le rime che cerco di comporre
non riescono a convincerti
lo faranno i ricordi che ti tradiscono
a mano a mano che il tempo passa
ti amo ancora, Caroline
ti voglio ancora, Caroline
ho sempre bisogno di te, Caroline.

Forse hai dei dubbi
sulla sincerità delle parole che canto
o che tutti i miei tentativi di raggiungerti in questo modo
non abbiano alcun significato
ma devi ammettere che abbiamo entrambi pensato
che saremmo diventati marito e moglie
e che avrei potuto farti felice
per gran parte della tua vita
ti amo ancora, Caroline.

Caroline reagirà con un silenzio imbarazzante alla dedica, ma poco male: ironia della sorte alcuni mesi dopo Wyatt incontrerà la futura moglie Alfreda Benge. L’unica cosa che Caroline avrebbe confessato fu questa: “Solamente anni dopo mi sono resa conto che, se volevo risparmiare ai maschi l’imbarazzo di vedersi rifiutata una proposta di matrimonio, dovevo annunciare al mondo che ero un’incorreggibile zitella”. Tra le canzoni che si vocifera fossero state ispirate a lei ci sono anche “She Belong To Me” di Bob Dylan e “London Lady” degli Stranglers.

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