Strawbs – Just a Collection of Antiques and Curios

Prodotto dall’A&M e registrato dal vivo l’11 luglio 1970 alla Queen Elizabeth Hall di Londra, Just a Collection of Antiques and Curios è il terzo album degli Strawbs, dopo un drastico cambio di line-up: soltanto i fondatori Dave Cousins e Tony Hopper (entrambi cantanti e chitarristi) rimangono, mentre Ron Chesterman e Claire Deniz vengono rimpiazzati da John Ford e Richard Hudson, e si aggrega inoltre il tastierista Rick Wakeman alla nuova formazione.

Due curiosità: il nome iJust_a_Collection_of_Antiques_and_Curios_(Strawbs_album_-_cover_art)niziale del gruppo era Strawberry Hill Boy e derivava dal loro quartiere di origine ma nel 1968 venne abbreviato nel più semplice Strawbs. La storia di questa band vanta molte “prime”: fu il primo gruppo britannico a siglare per l’americana A&M, la prima band bluegrass del Regno Unito e la fonte battesimale di leggende del calibro di Sandy Denny e Rick Wakeman… Niente male come curriculum!

La copertina rappresenta una foto con una tabla indiana, un mandolino, una targa del 1948 ed altri oggetti appoggiati su un tavolo, atti a cogliere lo spirito poliedrico e poliglotta di questa intelligentissima formazione. La prima traccia già rivela il carattere plasmabile della band: “Martin Luther King’s Dream è un bel pezzo acustico arricchito con cuciture di organo ed un testo dedicato al grande MLK, decantato attraverso la ieratica voce di Dave con una intensità davvero unica  (“shake hands with your brothers has been my theme, for I have had a dream).

The Antique Suite”  si divide in 4 sezioni: (The Reaper” , “We Must Cross the River“, “Antiques and Curios“, “Hey It’s Been a Long Time) a formare un medley dove il tutto è maggiore della somma delle parti: devo dire che trovo davvero meravigliosi i testi di questa suite, quasi micro-componimenti poetici in musica, e vi è inoltre un gran numero di strumenti esotici non convenzionali che vengono qui utilizzati per creare un’atmosfera pastorale ed affascinante.

In Temperament of Mind pianoforte, clavicembalo e organo sono gli strumenti suonati da Rick Wakeman con svariate citazioni classiche (Bach su tutti): questa performance live è uno splendido compendio di cinque minuti sulla musica classica. Fingertipsmostra come l’accoppiamento di compagni di letto apparentemente incompatibili come testi sessualmente espliciti, il dulcimer, l’organo e il sitar possano dare vita ad un connubio folk alquanto innocente e suadente nello stesso tempo. La seguente Song of a Sad Little Girl”  è un gradino sotto le altre tracce ma stupisce per la sua dolcezza disarmante mentre il capitolo finale, Where Is This Dream of Your Youth” continua questa pista onirica mettendoci più pathos e, tra le altre, una breve citazione del Rondo di Keith Emerson in una chiusura dilettevole dal beat pop-psichedelico e qualche fremito progressive.

Eppure, Just a Collection of Antiques and Curius è proprio questo: una raccolta di canzoni di grande significato storico ed emozioni ricercate, e per molti versi è davvero qualcosa di curioso – è chiaramente un album live di transizione e ricerca d’identità, ma per gli appassionati di Rick Wakeman è un must-have categorico.

Mi preme, infine, sottolineare una cosa: in genere non spendo neanche una riga per le bonus-track, concentromi piuttosto sulla ripartizione originale, ma devo dire che la ristampa in CD del 1998 di questo album mi ha sbalordita, portando con sè tre canzoni (l’eterea The Vision of the Lady of the Lake“, la trascinante We’ll Meet Again Sometime” e la raffinatissima Forever) che da sole meriterebbero l’ascolto dell’intero disco.

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