Yes – Fragile

L’idea di fondo dei due pionieri, il bassista Chris Squire e il cantante Jon Anderson, era quella di una formazione che mantenesse le caratteristiche effervescenti del pop-psichedelico, ma che ne superasse i confini per una musica globale. Dai Mabel Greer’s Toyshop di Anderson, Squire ed il chitarrista Peter Banks derivó quindi il quintetto degli Yes del giugno 1968, composto, oltre che dai già citati, con l’aggiunta del batterista Bill Bruford e dell’organista Tony Kaye (Yes, Time of a Word).

Con The yes_fragileYes Album entró nella formazione Steve Howe (dai Tomorrow) e l’ex Strawbs Rick Wakemann (per tre anni) mentre Banks e Kaye abbandorono la band: con questa sagomatura il gruppo arrivó alla maturazione del loro distintivo Yessound, con una serie di grandi opere dal caratteristico suono e marchiate graficamente dal disegnatore per eccellenza del progressive inglese, Roger Dean, che diede inizio con Fragile (Altlantic, 1972) al suo rapporto di collaborazione più importante.

La fervida apertura di Roundaboutè una sigla-prog di quasi 9 minuti che coinvolge inizialmente chitarre dal sapore spagnolo e linee di basso tonanti: idiomi classici e rock vengono qui miscelati in una composizione dal sapore ritmico accattivante, dove Wakeman mostra le sue abilità sull’organo Hammond con piste scintillanti mentre il basso Rickenbacker di Squire ringhia attraverso una diversa gamma tonale. Bruford indulge nel suo inganno magistrale trattenendo sempre il ritmo previsto, mentre Anderson canta con un’assurda tranquillità in questa eufonia psicotica. La tensione si accumula nel mezzo, ed infine, come una boccata d’aria fresca, l’intro viene ripresa nella sezione finale dove Wakeman lampeggia un virtuosistico assolo di tastiera e la canzone viene portata al culmine con le voci armonizzate.

Cans And Brahms è invece una breve digressione classica di Wakeman, che reinterpreta la Quarta Sinfonia in Mim del compositore tedesco Johannes Brahms, usando pianoforti elettrici, organo, clavicembalo e synth per ottenere il suo risultato: una bella parentesi che mantiene bene il flusso del disco in corso. La seguente We Have Heavenè un altro breve esperimento folle in audio multi-strato, con effetti sperimentali di porte che sbattono, passi e un sacco di diverse parti vocali sovraincise: questa canzone sa essere da sola mentalmente stimolante, ma serve come trampolino di lancio a South Side Of The Sky“, inaugurata con una sfumatura di percussioni di Bruford che portano gli altri strumenti in gioco a creare una melodia molto peculiare, che solidamente contrappunta la voce celestiale di Anderson. La parte solistica del piano nel mezzo contestualizza il brano in un altro classico Yessound: un pezzo hard rock con un interludio jazz che include anche alcune sezioni corali vagamente mistiche. 

Five Per Cent For Nothing è un riferimento strumentale ironico alla percentuale di incassi che andava agli agenti del gruppo, che dura poco più di mezzo minuto, ma è in Long Distance Runaroundche i cinque musicisti fondono le loro identità separate in un ideale comune: il risultato è puro incanto, aperto dalla chitarra solista di Steve sostenuta della tastiera di Rick, dove il basso sembra scorrere lungo la melodia come leitmotiv. Uno splendido assolo di chitarra porta all’intro del brano successivo The Fish (Schindleria Praematurus), frutto di varie sovraincisioni di basso: il pezzo, in 7/4,  è molto sfumato ed intrigante, soprattutto con il coro vocale finale; il basso qui si trasforma in in uno strumento sublime che può anche prendersi cura della melodia da solo.

La conclusiva “Mood For A Day“, con Steve Howe alla chitarra classica, è un melodico flamenco-prog a cui segue la titanica Heart Of The Sunrisecon Wakeman che utilizza giudiziosamente mellotron, pianoforte e tastiere Moog. La canzone è lunga e la progressione è incredibile, forse la migliore traccia di Fragile: i primi  minuti sono marchiati da un potente riff che è orecchiabile e pesante allo stesso tempo e da una mini-jam con i synth di Wakeman, il basso rinfrescante di Squire e la chitarra incendiaria di Howe che aggiunge un livello sofisticamente mediterraneo al gusto di questa canzone; si tratta di un pezzo molto strutturato con segmenti morbidi e forti, e un certo lavoro strumentale dietro le quinte che ricorda vagamente “21st Century Schizoid Man” dei King Crimson per la sezione lenta nel mezzo (segnata dalla voce angelica di Anderson che tocca le note alte con incredibile facilità) e nei riff veloci e burrascosi… ma è tutt’altra musica: questo è puro Yessound!

In sintesi, si può dire che l’album contenga cinque brani fondamentalmente solistici: Rick Wakeman nel classico “Can and Brahms“, Jon Anderson con le sovraincisioni vocali folli di “We Have Heaven“, Bill Bruford e la sua batteria nella pirotecnica “Five per Cent for Nothing“, Chris Squire e il suo basso sfrontato in “The Fish” (che era pure il suo soprannome!) e Steve Howe con la sua fiammante chitarra in “Mood For A Day“.

Fragile non ha forse l’orecchiabilità del successivo capolavoro Close to the Edge, anche se rimane un disco tecnicamente eccezionale; l’aggiunta di Rick Wakeman porta un senso dell’umorismo e di energia che nei lavori precedenti non era presente: la sua formazione classica e l’ispirazione barocca non ha quasi nulla in comune con un tastierista più rock e duro come Tony Kaye, che non ha mai assunto il ruolo di protagonista nei primi Yes. L’intreccio percussionista tra Bill Bruford (futuro King Crimson) e Chris Squire (che fa del suo basso un elemento ritmico fondamentale) rende inoltre questo lavoro unico nel suo genere.

Yessssss… Questa  che è musica!

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