Brian Eno – Before and After Science

Before And After Science è il quinto album in studio di Brian Eno, prodotto dall’ex Roxy Music e Rhett Davies, ed originariamente pubblicato dalla Polydor nel dicembre del 1977. Come nelle precedenti registrazioni, anche in questo album Brian Eno lavorò con una pletora di musicisti ospiti provenienti da vari gruppi tedeschi ed inglesi, fra cui Fred Frith (Henry Cow), Jaki Liebezeit (Can), Dieter Moeibus e Hans-Joachim Roedelius (Cluster), Dave Mattacks (Fairport Convention), Andy Fraser (Free), Percy Jones (Brand X), Phil Collins (Genesis), Robert Fripp (King Crimson), Paul Rudolph (Hawkwind), Bill McCormick e Phil Manzanera (Quiet Sun), mentre Robert Wyatt collaborò in alcune tracce sotto lo pseudonimo di Shirley Williams. A differenza dei precedenti album di Eno che sono stati registrati in un tempo relativamente breve, Before And After Science fu il frutto di du41fanr0hu3Le anni di intenso lavoro, un lungo periodo in cui Eno era stato anche occupato a lavorare sulle sperimentazioni ambient di Music for Films e Discreet Music.

Il disco venne rilasciato dopo l’immersione di Brian Eno nel mondo di David Bowie e, sotto certi punti di vista, Before and After Science è molto simile agli album berlinesi del Duca Bianco, virando in maniera bipolare tra evocativi pezzi strumentali e tradizionali canzoni rock. Più affine a Low che a Heroes (data anche l’assenza di clamorosi inni rock), il disco venne concepito come un esperimento di composizione in studio, con le canzoni registrate ed assemblate in densi strati, per poi essere successivamente decostruite.

Nel primo lato, “prima della scienza” vi è l’edonistica “No One Receiving“, stretta da una cintura di funk inamidata dalla voce elegante di Eno che dona alla canzone un vibe abbastanza insolito: sotto il rombo del basso di Percy Jones, Brian impila la traccia in una rete di sintetizzatori e percussioni, creando una veemenza tribale che prefigura i suoi impegni futuri coi Talking Heads, in particolare Fear of Music. L’album prosegue poi con Eno al pianoforte ed i tamburi robotici di Jaki Liebezeit che gelificano la paranoica Backwater” mentre l‘attacco aleatorio di Kurt’s Rejoinder“, con Dave Mattacks alla batteria e Percy Jones al basso, si snoda tra i campionamenti del dadaista Kurt Schwitters mentre recita il suo poema “The Ursonate” e le tribalistiche percussioni di Robert Wyatt che completano uno psicotico quadro sonoro.
La seguente “Energy Fools the Magician” riverbera altrettanto inquietante – come si potrebbe evincere dal suo titolo – ma d’altronde la posizione di Brian Eno è sempre stata ambigua per definizione: figlio perfetto della scienza, l’ex Roxy Music ha saputo usare il suo razionalismo per celebrare il mistero; per lui, la tecnologia non è un macchinario spietato, ma uno strumento di gioia e conoscenza, ed ecco che il titolo cristallizza perfettamente questo atavico paradosso, in una traccia inquieta e tesa tra il metronomo esplosivo della batteria di Collins, alcune note jazz e spazzanti synth che paiono collegarsi direttamente ad un album Krautrock. Con il “boogie-rock” di “King’s Lead Hat” (un anagramma dei Talking Heads) abbiamo poi raggiunto il culmine e la conclusione della prima parte, con una composizione infangata dalle chitarre di Robert Fripp e Phil Manzanera, che si spinge verso altezze vertiginose prima di lasciarci crollare nella seconda parte, completamente diversa ed arroccata nel suo mondo, ed infatti “dopo la scienza” vi è un lento e lunatico decostruzionismo che prefigura l’elettronica ambient dei lavori futuri di Eno; si passa dalla morbida new-wave di Here He Comes” alla ballata ipnotica di “Julie With…“, in cui la melodia vocale è solo il tocco finale per uno dei più pezzi più rilassanti di sempre e dove, fatta eccezione per il basso di Paul Rudolph, tutto il brano viene tenuto insieme dalla voce lontana di Eno, dalle alienanti tastiere e dai twang delle chitarre. La fluttuante By This River” vede invece la collaborazione degli amici Dieter Moeibus e Hans-Joachim Roedelius dei Cluster (coi quali aveva rilasciato l’album Cluster & Eno nello stesso anno), in una melodia solipsistica che crea un clima di completa serenità e sicurezza, plasmato dolcemente con la sola ripetizione di qualche semplice nota, mentre iThrough Hollow Lands” (arrangiata assieme a Fred Frirth) viene dato leggermente più spazio alla strumentazione, in un nichilismo ambientale a cui segue il rigonfiamento del suono della catartica “Spider and I“, che sigilla il disco con la sua nebbiosa intensità emotiva, concludendo il viaggio con una rete atmosferica di sintetizzatori.

La traiettoria tracciata da Here Come the Warm Jets raggiunge il suo culmine qui, in una rivisitazione artificiale di Another Green World che viene spartito in due metà speculari eppure molto diverse: Before And After Science viene propagandato come l’album più commerciale di Brian Eno ma, al contrario, è un disco austero e sobrio nello stesso tempo, un torbido enigma racchiuso in una pelle ingannevolmente attraente. 

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